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AFFIDAMENTO DIRETTO, COSA CAMBIA TRA NUOVO CODICE APPALTI E REGOLE DEL PNRR

10 Mag 2023

Con l’affidamento diretto, l’Amministrazione può affidare un servizio, come la progettazione, o la realizzazione di un’opera senza indire una gara d’appalto e senza consultare degli operatori economici tra cui scegliere.

L’affidamento diretto rappresenta quindi una liberalizzazione, che è soggetta ad una serie di limiti per assicurare la trasparenza delle procedure e il rispetto dei princìpi della concorrenza.

L’affidamento diretto è limitato a determinati importi a base di gara, che cambiano a seconda dell’ambito in cui si svolge il servizio o viene realizzata l’opera.

Gli importi dell’affidamento diretto sono cambiati nel tempo per consentire procedure più veloci e ridurre i contenziosi.

Affidamento diretto della progettazione
Nell’ambito dei servizi di ingegneria, architettura e progettazione, il Codice Appalti del 2016 aveva fissato a 40mila euro la soglia massima per l’affidamento diretto.

La crisi pandemica e l’attivazione delle procedure emergenziali del PNRR hanno introdotto una serie di deroghe per i servizi da svolgere nell’ambito delle opere finanziate con il PNRR e il PNC.

Con il Decreto Governance PNRR e semplificazioni, la soglia per l’affidamento diretto è salita a 139mila euro fino al 30 giugno 2023.

Il nuovo Codice Appalti, che sarà efficace a partire dal 1° luglio 2023, consente l’affidamento diretto dei servizi di ingegneria, architettura e progettazione fino a 140mila euro. Entro questa soglia, l’affidamento diretto sarà possibile per tutti i servizi, non solo nell’ambito delle opere da realizzare con le risorse del PNRR e del PNC.

Ricordiamo poi che il Decreto PNRR 3 consente, limitatamente alle opere di edilizia scolastica finanziate dal PNRR e dal PNC, l’affidamento diretto dei servizi di ingegneria e architettura di importo fino a 215mila euro.

Affidamento diretto dei lavori
Anche nelle gare per l’affidamento dei lavori, le soglie dell’affidamento diretto sono cresciute progressivamente.

Il Codice Appalti del 2016 consentiva l’affidamento diretto per importi fino a 40mila euro.

Fino a giugno 2023 e per i lavori finanziati dal PNRR e dal PNC, grazie alle norme introdotte per far fronte alla pandemia, la portata dell’affidamento diretto è progressivamente ampliata; la soglia è passata a 150mila.

Il nuovo Codice Appalti porta la soglia dell’affidamento diretto a 150mila euro per tutti i lavori.

Per gli importi da 150mila euro alle soglie comunitarie (5,3 milioni di euro per i lavori), si ricorre alla procedura negoziata senza bando, consultando un numero di operatori via via crescente.

Per importi superiori alle soglie comunitarie è obbligatorio bandire le gare d’appalto.

Il principio della rotazione per affidamento diretto e procedura negoziata nel nuovo Codice Appalti
L’utilizzo dell’affidamento diretto e della procedura negoziata deve sottostare ad una serie di regole, che l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha riassunto in un documento.

Il nuovo Codice Appalti prevede il rispetto del principio di rotazione: è vietato l’affidamento o l’aggiudicazione di un appalto al contraente uscente nei casi in cui due consecutivi affidamenti abbiano a oggetto una commessa rientrante nello stesso settore merceologico, oppure nella stessa categoria di opere, oppure nello stesso settore di servizi.

Si può derogare a questo principio per gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5mila euro.

Le Stazioni Appaltanti non devono applicare il principio di rotazione nell’ambito delle procedure negoziate per le quali le indagini di mercato sono state effettuate senza porre limiti al numero di operatori da invitare.

Il contraente uscente può essere invitato nuovamente solo in mancanza di alternative e a condizione di aver eseguito accuratamente il precedente contratto.

Nelle procedure negoziate, non è consentito il sorteggio degli operatori da invitare. L’estrazione casuale è ammessa solo se non risulta praticabile nessun altro metodo di selezione degli operatori.

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