Nel recente decreto legge in tema di lavoro erano presenti alcune novità importanti riguardanti il lavoro domestico. Nella fattispecie il decreto ha escluso l’innalzamento della deducibilità dei contributi previdenziali e l’obbligo di sorveglianza sanitaria per questi lavoratori.
Nello stesso viene inoltre specificato che il lavoro domestico è anche escluso da altre agevolazioni come gli incentivi alle assunzioni e il taglio al cuneo fiscale.
Contributi lavoro domestico deducibili fino a 3mila euro
Secondo la bozza di decreto lavoro approvata dal Governo il 1° maggio già dal periodo di competenza 2023 era previsto l’innalzamento dell’importo massimo deducibile dalla dichiarazione dei redditi dei contributi previdenziali versati per i lavoratori domestici a 3mila euro, quasi il doppio dell’attuale importo di 1.549,37 annui; nella versione definitiva della legge l’innalzamento è stato cancellato.
Le altre agevolazioni negate: incentivi assunzioni e taglio cuneo
L’esclusione di colf, badanti e baby sitter dagli incentivi assunzioni invece non è una novità in quanto praticamente tutte le agevolazioni contributive in questo senso non prevedono l’applicazione per i lavoratori domestici. Anche nel caso del nuovo bonus assunzione di “Neet”, il decreto Lavoro (Dl 48/2023) li esclude esplicitamente.
I fine va sottolineata anche la misura più pesante proprio per le buste paga dei lavoratori ovvero l’esclusione dal nuovo taglio del cuneo fiscale che scatta il 1° luglio 2023.
L’eccezione era purtroppo prevista già dalla legge di bilancio 2022 (n. 234/2021) che ha iniziato la riduzione della quota di contribuzione previdenziale a carico dei lavoratori, poi prorogata e potenziata arrivando all’attuale taglio di 6 o 7 punti percentuali per i lavoratori con reddito rispettivamente entro i 25mila o 35mila euro.
Attenzione comunque al fatto che come detto il decreto legge è passato ora al vaglio del Parlamento per la conversione in legge dello Stato (definitiva e non emergenziale), quindi non è detta l’ultima parola.
Le associazioni dei datori di lavoro domestico avanzano da molti anni la richiesta ai Governi di deduzione integrale degli oneri previdenziali e delle spese di retribuzione.