I fenomeni meteo estremi che in questi giorni stanno interessando Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, quando provocano danni possono essere risarciti.
In generale a risarcire è chi ha causato il danno o chi non ha agito per evitarlo, quindi, nel caso di danni legati al maltempo, a dovere rimborsare il cittadino sono il Comune o gli enti territoriali.
Naturalmente non si può imputare a nessuno la colpa di un temporale o di un fulmine, però la responsabilità dei danni, se dovuta ad incuria, può essere individuata e ricade eventualmente sugli enti territoriali che, essendone considerati i custodi, hanno il compito di tenere in ordine il territorio: Comune, Regione, e via dicendo. Ma la colpa è tale solo se causata da negligenze nella gestione e se questa negligenza viene dimostrata. Se il vento butta giù un albero e lo fa cadere provocando enormi danni, che cosa può farci il Comune? Ma se su quell’albero non è stata fatta la dovuta manutenzione oppure se esonda un fiume con argini mai riqualificati, allora la responsabilità è ben evidente.
Le sentenze che si sono espresse in materia sono diverse, vale la pena citarne alcune della Corte di Cassazione. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5658/2010, attribuisce al Comune, in qualità di custode della cosa pubblica, l’onere di dimostrare in giudizio la non prevedibilità dell’evento atmosferico. In sostanza spetta al Comune dimostrare che l’intensità dell’evento meteorologico sia stata così forte che i danni si sarebbero verificati anche con una scrupolosa manutenzione e custodia. Anche più recentemente la Cassazione con l’ordinanza n. 18856/2017, ha continuato a sostenere che, anche in presenza di intense precipitazioni atmosferiche, se il Comune non adempie ai propri obblighi di custode è responsabile per i danni causati.
Quindi, se l’Amministrazione locale riesce a dimostrare che i danni sono conseguenza di un evento impossibile da prevedere o che è stato fatto tutto il possibile per prevenirli, sarà difficile imputarle la responsabilità. Se invece, ad esempio, il Comune lascia che dei bambini vadano a scuola nonostante l’allerta meteo rossa e c’è un incidente dovuto al maltempo, allora dovrà risponderne sicuramente.
Come fare richiesta di risarcimento danni all’amministrazione pubblica
Nonostante le varie sentenze, chiunque subisca danni alla propria abitazione o a qualsiasi altra proprietà privata, compresa la propria auto, farebbe bene a provare che il danno subito è conseguenza della scarsa gestione o di altre mancanze da parte dell’amministrazione pubblica. In assenza di prove certe il rischio è sempre quello di non vedersi risarcire.
Pertanto è necessario:
• raccogliere tutta la documentazione possibile: tutto il materiale fotografico possibile del danno subito, preferibilmente con la data e l’ora in cui le immagini sono state scattate, che potranno eventualmente essere utilizzate anche in giudizio, eventuali testimonianze, verbali della polizia, ecc…;
• far fare delle valutazioni e delle perizie dei danni subiti;
• conservare le ricevute di pagamento degli interventi di riparazione;
• spedire una raccomandata A/R all’Ufficio Tecnico dell’Ente, contenente tutta la documentazione con oggetto “Richiesta di risarcimento per danno causato da calamità naturale”.
Quando fare richiesta di risarcimento danni alle assicurazioni
I danni causati dalla grandine, sia alle auto che alle case o alle aziende, per esempio, non sono mai rimborsabili dal Comune, perché considerati “caso fortuito”. Per questa tipologia, infatti, il risarcimento è fornito dalla compagnia assicurativa, a patto che si sia stipulata una polizza che copra questo tipo di fenomeno, che è denominato “evento naturale”. Rientrano in questa categoria: la caduta di alberi, la grandine, le tempeste, le alluvioni, i terremoti, le frane o anche gli uragani.
Quando si tratta di assicurazioni per auto, ormai visto il “tempo”, è buona norma aggiungere alla RC, obbligatoria per legge, anche gli eventi naturali. Nello specifico, la dicitura della polizza a cui fare attenzione è spesso indicata come “garanzia per gli eventi naturali”. Quindi la cosiddetta polizza Kasko non è sufficiente.
E’ inoltre necessario fare attenzione all’importo della franchigia. Esistono casi in cui può essere abbastanza alto da coprire interamente il danno come, ad esempio, nel caso di parabrezza distrutto dalla grandine.
Esclusa l’RC obbligatoria, ogni tipologia di assicurazione presenta caratteristiche differenti è bene, quindi, sempre verificare attentamente quali eventi naturali sono inclusi nella polizza che si intende stipulare. Molto spesso la caduta degli alberi, infatti, non è prevista.
Richiesta di risarcimento
Nel caso in cui si dovesse essere vittima di un evento naturale, come per esempio la caduta di un albero sulla propria auto a seguito di un temporale, in prima battuta sarà necessario denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine e informare la propria assicurazione per accertare il danno mediante un perito. Per quanto concerne l’ufficialità dell’evento naturale, questa è riconosciuta dai bollettini meteorologici ma deve essere confermata da più di un proprietario.
È importante, poi, scattare fotografie prima e durante le operazioni svolte per liberare il veicolo dall’albero in modo tale da raccogliere documentazione sui danni riportati. Può essere determinante, ancora, raccogliere i nomi di eventuali testimoni.
Assicurazioni per case o imprese
Si può assicurare qualsiasi proprietà privata, nel 2022 il 100% delle imprese medie e il 91% delle imprese grandi ha esteso la polizza antincendio anche ad altri eventi naturali. E come per le auto, bisogna far attenzione a cosa comprende la polizza scelta, poiché alcune potrebbero includere danni a tapparelle o finestre spaccate da grandine e vento o anche vasi sui balconi. Per legge l’assicurazione sulla casa non è obbligatoria, ma nel caso di mutuo molte banche la richiedono almeno per la copertura del rischio incendio.