Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea la scorsa settimana è stata pubblicata la decisione del Consiglio dell’Ue che autorizza l’Italia a continuare a prevedere il meccanismo dello split payment fino al 30 giugno 2026.
Viene precisato che, la decisione, per dare continuità giuridica della misura, essendo il 30 giugno scaduto il termine precedente, si applica con effetto dal 1° luglio 2023.
In base a quanto approvato l’Italia dovrà trasmettere alla Commissione europea, entro il 30 settembre 2024, una relazione sulla situazione generale dei rimborsi IVA ai soggetti passivi interessati dalle misure previste dagli artt. 1 e 2 della decisione Ue n. 784/2017 e, in particolare, sulla durata media della procedura di rimborso nonché sull’efficacia di tali misure e di ogni altra misura attuata per ridurre l’evasione fiscale nei settori interessati.
Inoltre si specifica che l’ambito soggettivo e oggettivo di applicazione dell’autorizzazione rimane invariato in una prima fase.
La scissione dei pagamenti continua a riguardare le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti dei soggetti previsti per le quali i cessionari o committenti non sono debitori d’imposta ai sensi delle disposizioni in materia di IVA.
Rispondendo cosi all’impegno assunto dall’Italia di eliminare gradualmente la misura in esame, a decorrere dal 1° luglio 2025 saranno escluse le società quotate nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana identificate ai fini IVA (art. 17-ter comma 1-bis lett. d) del DPR 633/72).