L’Agenzia delle Entrare e il MEF hanno firmato il protocollo di intesa 2023-2025 (articolo 59, commi 2, 3 e 4, del D.Lgs. 30 luglio 1999, n. 300) con gli obiettivi anti evasione da raggiungere nel triennio.
L’accordo di agosto contiene tra l’altro un impegno potenziato del recupero di imposte evase per circa 2,8 miliardi di euro.
Si utilizzerà l’anonimetro per i controlli sui conti correnti.
Entrate/MEF: gli obiettivi della convenzione 2023-2025
L’Agenzia delle Entrate, come sottolineato dal direttore Ruffini, in una intervista alla stampa “punterà sulla qualità dei controlli attraverso selezioni più mirate dei contribuenti a maggiore rischio di evasione, rese possibili dall’applicazione di strumenti di data analysis più avanzati – quali lo sfruttamento dei big data – e dall’interoperabilità delle banche dati”.
Per combattere l’evasione ci si avvarrà però, anche dello strumento degli scambi informativi internazionali.
Inoltre, l’Agenzia controllerà il comportamento dei contribuenti che hanno subito un controllo fiscale per verificarne la propensione all’adempimento e valutarne la fedeltà fiscale.
Al fine di favorire il miglioramento della qualità dei controlli saranno utilizzati nuovi strumenti e progetti di analisi avanzata dei dati: l’intelligenza artificiale, il machine learning e il text mining.
Nel dettaglio, il lavoro dell’Agenzia delle Entrate per la seconda parte del 2023 riguarderà i controlli incrociati sui conti correnti dei contribuenti.
Dopo la firma della Convenzione triennale con il MEF, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha indicato proprio il controllo dei conti correnti come primo passo da compiere per raggiungere l’incasso di 2,8 miliardi in più dalla lotta all’evasione fiscale. Si procederà inoltre con le attività di compliance tramite l’invio di circa 3 milioni di lettere entro la fine del 2024.
Tra gli strumenti contro gli evasori vi sarà l’anonimometro, vediamo di che si tratta.
Anonimetro: i controlli sui conti correnti anti evasione
I controlli sui conti correnti vengono effettuati dal Fisco tramite un super algoritmo le cui regole sono state definite dall’Agenzia delle Entrate in un documento del 19 maggio scorso.
Nello specifico, sono stati individuati i criteri alla base del suo funzionamento e le metodologie che vengono adottate per analizzare il rischio evasione.
Il Fisco ricava i dati contenuti all’interno dell’Archivio dei Rapporti Finanziari e li incrocia con le altre informazioni in possesso dell’Amministrazione.
Questo strumento consente di effettuare una vera e propria analisi del rischio basandosi sui dati raccolti all’interno dell’Anagrafe dei Conti Correnti, che, lo ricordiamo, contiene:
• gli estratti conto,
• le movimentazioni in entrata e in uscita,
• qualsiasi altro rapporto che i cittadini hanno con la propria banca.
Il database si alimenta con le informazioni che vengono fornite direttamente dalle banche all’Agenzia delle Entrate.
I dati vengono trattati in maniera anonima e analizzati senza essere collegati immediatamente al loro titolare.
Per quanto riguarda i dati sensibili, essi vengono sostituiti con dei codici fittizi, in modo da garantire la protezione dei dati personali dei contribuenti che non vengono sottoposti a controlli fiscali.
Scopo di questo strumento antievasione è quello di individuare i soggetti che, in base al proprio volume d’affari e al tipo di operazioni che stanno svolgendo, potrebbero essere a rischio evasione fiscale.
E’ bene sottolineare che tale strumento ha ricevuto l’ok da parte del Garante della Privacy.
Le fasi di funzionamento dell’Anonimetro:
• individuazione della platea;
• scelta basi di dati;
• messa a disposizione dati;
• analisi qualità;
• definizione criterio di rischio;
• scelta modello di analisi;
• verifica corretta applicazione del modello di analisi e del criterio di rischio;
• estrazione e identificazione soggetti a rischio;
• test su campione;
• predisposizione liste selettive.