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APP IMMUNI: ATTENZIONE A FINTE MAIL

03 Giu 2020

Una campagna di virus informatici investe l’Italia nelle ore in cui sta per essere resa disponibile l’app Immuni. A renderlo noto Agid-Cert, la struttura del governo che si occupa di cybersicurezza. Il virus si chiama FuckUnicorn e diffonde un ransomware (virus che prende in ostaggio i dispositivi e poi chiede un riscatto) con il pretesto di far scaricare un file denominato Immuni. Si diffonde con una mail che invita a cliccare su un sito fasullo che imita quello del Fofi, la Federazione Ordini dei farmacisti italiani.

In questo clima, l’app ha fatto il suo    esordio sugli smartphone di milioni di italiani nelle quattro regioni che si prestano a sperimentarla nella fase iniziale: Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia.

Ma come funziona questa tecnologia?

Negli ultimi documenti pubblicati dagli sviluppatori, si spiega che seguirà il modello decentralizzato di Google e Apple: i dati raccolti saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale; non traccerà gli spostamenti, ma solo i contatti di prossimità tra smartphone; non sarà obbligatorio scaricarla, né usarla; i dati raccolti potranno essere condivisi solo con l’autorizzazione del possessore dello smartphone; tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), dovranno essere cancellati entro dicembre 2020.

Ma le polemiche sulla presunta invasività di questa App sono ancora molto accese e investono come ovvio l’aspetto della privacy, dividendo il paese tra favorevoli e contrari.

 

 

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