Alcuni versamenti periodici IVA in scadenza nel 2020 sono stati sospesi e rinviati al 2021 dalla stratificata normativa emergenziale che ha caratterizzato l’anno fiscale appena passato.
La dichiarazione IVA 2021, per l’anno d’imposta 2020, nel caso in cui il contribuente si sia avvalso della facoltà di rinviare questi versamenti, dovrà essere predisposta di conseguenza.
Con questa finalità è stato inserito un nuovo rigo, dedicato ai “Dati relativi agli importi sospesi a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19”, dove dovranno essere elencati i versamenti sospesi e i relativi riferimenti normativi.
La compilazione è agevolata, prevedendo l’inserimento del codice corrispondente al versamento sospeso, in base alla “Tabella versamenti sospesi Covid-19”, accompagnato dall’importo sospeso e non ancora versato.
Il rigo ha però una connotazione solo informativa, serve a trasmettere all’Agenzia delle Entrate notizia di quali versamenti sono stati rinviati e in base a quale disposizione di Legge, ma non influisce sui valori da indicare sul rigo VL30 “Ammontare dell’IVA periodica”
La dichiarazione IVA 2021, ai fini del calcolo del credito IVA, non differenzia tra versamenti da liquidazioni periodiche rimandati ex lege e omessi contra legem, considerandoli tutti versamenti non effettuati, come in effetti è.
L’evidente conseguenza di ciò è che i contribuenti con IVA a credito non potranno utilizzare in compensazione o richiedere a rimborso l’ammontare corrispondente ai versamenti sospesi.
La scelta dell’Agenzia delle Entrate è stata molto criticata, ma appare condivisibile se si constata che un credito IVA comprensivo dei versamenti sospesi e non ancora effettuati avrebbe rappresentato un credito figurativo, mancando il suo presupposto giuridico, cioè l’effettivo versamento.
Si sarebbe creata la stortura di contribuenti che avrebbero potuto utilizzare in compensazione un credito IVA figurativo, scaturente dalla dichiarazione, teoricamente persino per saldare gli stessi versamenti sospesi.
È presumibile che i versamenti da liquidazioni IVA 2020 rimandati al 2021 saranno recuperati a credito sulla dichiarazione IVA 2022, per l’anno d’effettivo pagamento, fermo restando la possibilità, per il contribuente che voglia utilizzare prima il proprio credito IVA scaturente da questi versamenti, una volta effettuati, di presentare dichiarazione integrativa a favore già nel 2021.