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DAGLI EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO A QUELLI A EMISSIONI ZERO

15 Dic 2021

E’ stata presentata dalla Commissione europea la nuova direttiva sulla prestazione energetica degli edifici. Il testo è ancora riservato ma nei giorni scorsi sono circolate anticipazioni.
Stando alle bozze, a partire dal 1° gennaio 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. La data è anticipata al 1° gennaio 2027 per i nuovi edifici occupati o di proprietà degli enti pubblici.
Ad oggi, secondo le norme vigenti, gli edifici costruiti dal 1° gennaio 2021 (1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici) devono essere a energia quasi zero.
La nuova direttiva prevede che ogni Stato membro stabilisca un Piano d’azione (che sostituirà la attuale Strategia di ristrutturazione a lungo termine) per promuovere la ristrutturazione degli edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, per renderli altamente efficienti dal punto di vista energetico e decarbonizzati entro il 2050, con l’obiettivo di trasformare gli edifici esistenti in edifici a emissioni zero.

Gli obblighi per chi vende o affitta
Ma c’è un punto che ha allarmato non poco i proprietari di immobili. Si tratta della proposta per cui, a partire dal 2027, chi vorrà vendere o dare in affitto un immobile dovrà prima adeguarlo e raggiungere una classe energetica sempre più alta: classe E dal 2027, classe D dal 2030, classe C dal 2033.
Qualora non si riuscisse ad adeguare l’immobile prima della vendita, il contratto dovrà contenere l’impegno per l’acquirente ad eseguire i lavori entro 3 anni dall’acquisto.
Sarebbero escluse da questo obbligo le unità immobiliari inserite in condomìni.
La bozza di direttiva prevede che i condomìni migliorino la propria classe energetica secondo questa tabella di marcia: conseguano almeno la classe energetica E dopo il 1° gennaio 2030, la classe D dopo il 1° gennaio 2035, la classe C dopo il 1° gennaio 2040.
La misura ipotizzata ha suscitato le proteste di alcune forze politiche.
Sulla base di alcuni dati Istat, gli edifici residenziali in Italia ammontano a circa 12,5 milioni di unità, di cui 7.160.000 antecedenti al 1970, dunque sprovvisti di attestazioni energetiche. Più in generale, incrociando i dati Istat con quelli del Sistema informativo sugli attestati di prestazione energetica (Siape) dell’Enea, in Italia sarebbero oltre 4,5 milioni gli immobili di classe energetica G ed F, che richiederebbero una ristrutturazione completa entro il 2030.

Il Building Renovation Passport
Viene proposto il Building Renovation Passport, il Passaporto per la ristrutturazione degli edifici, che la Commissione disciplinerà entro dicembre 2023. Il Passaporto indicherà la sequenza delle fasi di ristrutturazione necessarie per trasformare l’edificio in un edificio a zero emissioni entro il 2050. Sarà rilasciato da un esperto qualificato e accreditato, previo sopralluogo.
Il Building Renovation Passport non sembra molto diverso dalla parte dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) nella quale il tecnico deve indicare le azioni necessarie a migliorare le prestazioni energetiche dell’immobile.
Tra gli altri contenuti, si prevede che gli edifici a zero emissioni, dovranno essere dotati, se tecnicamente ed economicamente fattibile, di dispositivi di misurazione e controllo della qualità dell’aria interna. Negli edifici esistenti l’installazione di tali dispositivi sarà richiesta quando si procede ad una ristrutturazione importante.

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