Il MISE la scorsa settimana ha dettato le regole per le Start up finanziate con la misura Smart&start per convertire una parte del finanziamento agevolato in contributo a fondo perduto. In particolare, le imprese beneficiarie potranno presentare domanda da domani e le modalità di richiesta sono state stabilite dal MISE tramite circolare sempre la scorsa settimana.
Con il Decreto ministeriale del 24 febbraio 2022, si prevedono modifiche al decreto del Ministro dello sviluppo economico 24 settembre 2014 e, tra le altre, si prevede che le startup già ammesse alle agevolazioni possono chiedere di trasformare in fondo perduto una quota del mutuo se nella società vengono realizzati investimenti in capitale di rischio nella forma di investimento in equity, ovvero di conversione in equity di uno strumento in forma di quasi-equity da parte di investitori terzi o di soci persone fisiche.
Si specifica che a tali fine l’investimento:
• deve essere perfezionato entro 5 anni dalla concessione della agevolazione;
• non deve determinare una partecipazione di maggioranza nel capitale della start-up anche per effetto della conversione di altri strumenti finanziari di quasi-equity eventualmente sottoscritti;
• deve essere di almeno 80.000 euro;
• deve avere una durata minima di tre anni;
• deve essere effettuato esclusivamente nella forma del conferimento in denaro.
In particolare, il finanziamento agevolato è convertibile fino a un importo del 50% delle somme apportate dagli investitori terzi e, comunque, non oltre il 50% del totale delle agevolazioni concesse alla startup.
Le modalità di richiesta saranno stabilite da un’apposita circolare ministeriale.
Ricordiamo infine che la misura Smart & Start finanzia le startup innovative costituite da non più di 60 mesi e iscritte alla sezione speciale del registro delle imprese.
Possono chiedere un finanziamento:
• startup innovative di piccola dimensione, costituite da non più di 60 mesi
• team di persone fisiche che vogliono costituire una startup innovativa in Italia, anche se residenti all’estero, o cittadini stranieri in possesso dello “startup Visa”
• imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede sul territorio italiano.