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PROROGATA AL BILANCIO 2023 LA SOSPENSIONE DEGLI AMMORTAMENTI

17 Gen 2023

Nel 2020, il Legislatore aveva previsto, per l’esercizio in corso all’agosto 2020, la possibilità di non rilevare, sul bilancio civilistico, le quote di ammortamento annuali delle immobilizzazioni materiali e immateriali.
Molto si è scritto su questa misura, in ragione delle perplessità che ha lasciato sia in relazione alle modalità applicative sia riguardo all’opportunità della deroga.
La norma, in azione congiunta con altre misure similari, aveva l’obiettivo di sostenere i bilanci delle imprese italiane in un momento di grande incertezza; e, bisogna ammettere, almeno parzialmente e almeno per alcuni settori, il blocco derivante dalla quarantena poteva giustificare l’ipotesi.
Successivamente la deroga è stata estesa al bilancio 2021 e, al sopraggiungere della guerra in Ucraina, anche a quello dell’esercizio 2022.
Infine, l’articolo 3 comma 8 del cosiddetto decreto Milleproroghe, estende anche agli esercizi in corso al 31 dicembre 2023, per i soggetti economici che non redigono il bilancio secondo i principi contabili internazionali, il regime derogatorio previsto dall’articolo 60, comma 7-bis, del DL 104/2020, come convertito dalla Legge 126/2020.
La deroga si limita ad estendere anche all’esercizio 2023 la precedente disciplina derogatoria, senza apportare modifiche; per cui, i contribuenti potranno decidere se non rilevare fino alla totalità dell’ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali, mantenendo il valore di iscrizione, come risultante dall’ultimo bilancio approvato; con possibilità di effettuare sospensioni parziali.
Gli obblighi derivanti dall’utilizzo della deroga sono sostanzialmente due:
• quello di accantonare una riserva indisponibile di utili, di importo equivalente agli ammortamenti che non sono stati rilevati: in caso di mancanza o insufficienza di utili di esercizio, la riserva potrà essere integrata utilizzando riserve di utili o altre riserve patrimoniali disponibili; e, in mancanza anche di queste, potranno essere accantonati gli utili futuri;
• quello di esporre in Nota integrativa, o in calce allo Stato patrimoniale (in caso di imprese cosiddette micro), una informativa analitica:
o degli ammortamenti non rilevati;
o delle motivazioni che hanno spinto l’impresa ad avvalersi della sospensione in deroga degli ammortamenti;
o dell’importo d’iscrizione della riserva indisponibile;
o dell’impatto che questa decisione ha avuto sul risultato d’esercizio e sul bilancio in generale.
Tra le implicazioni della sospensione, si segnala che il Legislatore ha previsto la facoltà (non l’obbligo), per il contribuente, di dedurre fiscalmente le quote di ammortamento non rilevate civilisticamente; evidentemente, in questo caso, sarà necessario rilevare una variazione in diminuzione in dichiarazione dei redditi, la quale produrrà un disallineamento da compensare al termine della vita utile del bene il cui ammortamento è stato sospeso; con conseguenti ricadute in termini di fiscalità differita.

 

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