Il click day del decreto flussi lo scorso 27 marzo ha registrato 238.335 domande nella prima ora, a fronte dei soli 82.705 ingressi previsti dal Governo con il Dpcm del 26 gennaio 2023 (il numero è superiore a quello varato l’anno scorso dal Governo Draghi (69.000) che era a sua volta circa il doppio del numero fissato nel 2020.
A seguito di questa importante rilevazione il Ministero del Lavoro ha fatto sapere che è stato avviato un nuovo confronto tra Ministro e parti sociali per un’analisi del mercato del lavoro che consenta di definire le quote massime di ingressi di lavoratori stranieri in Italia per il triennio 2023-2025, secondo la nuova procedura introdotta dal D.L. 20/2023 (“decreto Cutro”).
Alla riunione tenutasi mercoledì scorso hanno partecipato le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale, che si sono impegnate a condividere entro domani una previsione puntuale dei fabbisogni occupazionali, stagionali e non stagionali, nei settori di riferimento.
Alla luce delle 240mila domande presentate le organizzazioni datoriali e sindacali hanno ribadito la richiesta urgente di nuovo decreto flussi, che arrivi prima dell’annunciato decreto triennale perché venga data risposta a tutte le domande già presentate.
Viene sottolineata anche la necessita di ridurre al massimo gli ulteriori adempimenti a carico dei datori di lavoro mentre si ribadisce l’apprezzamento per la norma che esclude dalle quote gli ingressi di lavoratori già formati con corsi professionalizzanti nel proprio paese d’origine.
Nel frattempo l’aumento esponenziale di arrivi clandestini ha spinto l’associazione dei comuni italiani ANCI a richiedere fondi per 600 milioni di euro per far fronte all’accoglienza.