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APPALTI PUBBLICI DIGITALI, ECCO COSA CAMBIA DAL 1° GENNAIO 2024

20 Dic 2023

Gli appalti telematici sono uno degli obiettivi del nuovo Codice Appalti e del PNRR e sono regolati dalle disposizioni sulla digitalizzazione dei contratti pubblici.

Le nuove regole e gli obblighi previsti dal Codice per gli appalti digitali entreranno in vigore il 1° gennaio 2024. L’Autorità nazionale Anticorruzione ha quindi spiegato cosa cambia e come prepararsi.

Cosa sono gli appalti telematici
Anac ha spiegato che gli appalti telematici consentono di superare definitivamente l’era della carta, andare oltre l’idea stessa della gara pubblica come predisposizione di documenti, passaggi burocratici e notifiche che hanno rallentato e a volte bloccato l’esecuzione di opere e l’acquisto di beni e servizi.

Con gli appalti telematici, le imprese e le Amministrazioni entrano in una dimensione digitale e immateriale di tutte le fasi del processo di acquisto: programmazione, progettazione, esecuzione e accesso alle informazioni e agli atti di gara.

Si tratta, illustra Anac, dell’“Ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale (e-procurement)” che dà alle Amministrazioni la possibilità di acquisire forniture, servizi, lavori e conoscenza alle migliori condizioni, grazie all’interconnessione con banche dati e sistemi telematici, che rendono il processo più veloce e meno costoso.

Questo salto di qualità, sottolinea Anac, presuppone che le Pubbliche Amministrazioni arrivino preparate al 1° gennaio 2024.

Anac ha quindi messo a disposizione, sulla sua Banca Dati Nazionale dei contratti pubblici, le informazioni e i servizi necessari, come la Piattaforma contratti pubblici (PCP), la Piattaforma per la pubblicità legale degli atti, il Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE).

Appalti telematici, cosa cambia dal 1° gennaio 2024
Dal 1° gennaio 2024 diventa obbligatorio l’utilizzo di piattaforme digitali “certificate”. Anac spiega che le Amministrazioni non dotate di una propria piattaforma di approvvigionamento digitale, dovranno utilizzare piattaforme “certificate” messe a disposizione da altri soggetti, come stazioni appaltanti, centrali di committenza o soggetti aggregatori, non solo per la fase di affidamento, ma anche per tutte le altre fasi del ciclo di vita dei contratti ed in particolare l’esecuzione.

Anac spiega che negli appalti telematici, le piattaforme digitali devono essere utilizzate anche per:
– la redazione o acquisizione degli atti relativi alle procedure di programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione dei contratti;
– la trasmissione dei dati e documenti alla Banca Dati Anac;
– l’accesso alla documentazione di gara; la presentazione del Documento di gara unico europeo; la presentazione delle offerte;
– l’apertura, gestione e conservazione del fascicolo di gara;
– il controllo tecnico, contabile e amministrativo dei contratti in fase di esecuzione e la gestione delle garanzie.
Grazie alla interoperabilità di tutte le componenti del sistema, sarà operativo il Fascicolo virtuale dell’operatore economico predisposto da Anac, utile alla verifica del possesso dei requisiti e l’assenza di cause di esclusione. I dati e i documenti contenuti nel fascicolo possono essere inseriti dall’operatore economico. Saranno aggiornati dagli enti certificatori, come Ministero della Giustizia, Ministero dell’Interno, Inps, Inail, Agenzia delle Entrate e potranno essere consultati dalle stazioni appaltanti e riutilizzati in tutte le procedure di affidamento a cui uno stesso operatore economico partecipa.

Per quanto riguarda la fase di pubblicazione, la pubblicità sarà garantita da Anac con la sua Banca Dati mediante la trasmissione delle informazioni all’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea. Gli effetti giuridici degli atti pubblicati decorreranno dalla data di pubblicazione nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici. La documentazione di gara sarà resa costantemente disponibile attraverso le piattaforme digitali e i siti istituzionali delle stazioni appaltanti e rimarrà costantemente accessibile attraverso il collegamento con la Banca dati nazionale dei contratti pubblici.

Appalti telematici, la banca dati dell’Anac
Anac ricorda che la Banca dati nazionale dei contratti pubblici è nata nel 2008 e si articola in sei sezioni: Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti (AUSA), Piattaforma contratti pubblici (PCP), Piattaforma per la pubblicità legale degli atti, Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE), Casellario Informatico, Anagrafe degli Operatori Economici.

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