Per ottenere il bonus facciate non contano i materiali utilizzati durante l’intervento, ma solo il tipo di lavoro effettuato sull’edificio. Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la risposta 319/2020.
Bonus facciate, il dubbio sui materiali utilizzati
Ad interpellare l’Agenzia delle Entrate è stata un’impresa operante nel settore della produzione di materiali e sistemi di decorazione per interni ed esterni. L’impresa ha chiesto se un nuovo sistema di rivestimento per pareti in esterno e facciate, da poco immesso sul mercato, potesse beneficiare del bonus facciate. A detta dell’impresa, il prodotto, destinato al recupero e al restauro delle facciate, poteva ottenere l’agevolazione.
L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che è possibile fruire della detrazione:
per gli interventi di sola pulitura o tinteggiatura esterna sulle strutture opache della facciata;
per gli interventi realizzati sulle strutture opache della facciata, influenti dal punto di vista termico o che interessino oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio;
per gli interventi su balconi, ornamenti o fregi, ivi inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura.
Se gli interventi possiedono i requisiti per essere considerati agevolabili, ottengono la detrazione fiscale “a prescindere dai materiali utilizzati per realizzarli”.
L’Agenzia ha concluso che, se il prodotto sviluppato dall’impresa può essere utilizzato in sostituzione dei materiali tradizionali per il recupero ed il decoro delle facciate esterne ed il consolidamento dei supporti murari, gli interventi realizzati con tale prodotto possono fruire del bonus facciate.