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CAMBIA IL CODICE DELLA STRADA. Riceviamo e trasmettiamo da Casartigiani Veneto

16 Set 2020

Il Parlamento ha varato una vera e propria riforma del Codice della Strada. Oltre alle numerose modifiche introdotte per favorire la cosiddetta mobilità dolce, nei giorni scorsi il Senato ha emendato in parecchi ambiti le norme relative alla circolazione. L’intervento più pesante riguarda gli autovelox, cioè l’impossibilità di usare apparecchi fissi sulle strade urbane di quartiere. Quando il cosiddetto decreto Semplificazioni sarà approvato definitivamente dalla Camera, sarà possibile installare strumenti per il controllo remoto delle violazioni anche su queste strade (e persino sulle strade locali, sulle strade urbane ciclabili, un’altra novità approvata a Palazzo Madama, e, in teoria, persino sugli itinerari ciclopedonali), previa autorizzazione del prefetto.

La sosta sarà sanzionata anche dai netturbini.
Nel Codice della Strada entra un nuovo articolo, il 12 bis, che consentirà anche ai dipendenti dei Comuni e delle società private che gestiscono la sosta regolamentata o che gestiscono i parcheggi di accertare le violazioni della sosta o della fermata. Lo stesso potere, compreso quello di disporre la rimozione dei veicoli, sarà concesso anche ai dipendenti delle aziende municipalizzate o delle imprese addette alla raccolta dei rifiuti urbani e alla pulizia delle strade. In questo caso, però, il potere di elevare multe in materia di sosta o di fermata sarà limitato ai casi “connessi all’espletamento delle predette attività”. Ciò, però, non vuol dire che potranno farlo solo se l’auto intralcia lo svuotamento di un cassonetto. La norma, infatti, parla anche di “aree limitrofe a quelle oggetto dell’attività di propria competenza che sono funzionali, rispettivamente, alla gestione degli spazi per la raccolta dei rifiuti urbani o alla fruizione delle corsie o delle strade riservate al servizio di linea”. Non solo. In tutti i casi per accertare le violazioni sarà possibile ricorrere all’uso della tecnologia digitale e a strumenti elettronici e fotografici.

Telecamere anche per sanzionare il divieto di accesso o di transito.
Aumentano le situazioni in cui è consentito, alle forze di polizia, di non contestare immediatamente la violazione. Oltre a quanto già in vigore si aggiunge la circolazione sulle strade con accesso o transito vietato. Un regolamento dello stesso dicastero stabilirà le condizioni per l’installazione e l’utilizzo di tutte le telecamere urbane.

Arriva la banca dati dei permessi invalidi.
Sarà istituita, presso l’Archivio nazionale veicoli del Ministero dei Trasporti, una piattaforma unica nazionale informatica delle targhe associate ai permessi di circolazione dei titolari di contrassegni invalidi.

Inoltre, per quella che viene definita la mobilità dolce, ecco tutte le novità in arrivo.

Bici contromano.
Questa novità era nell’aria da tempo: con ordinanza del sindaco, e previa installazione di apposita segnaletica, sulle strade urbane di quartiere, locali, urbane ciclabili e sugli itinerari ciclopedonali le biciclette potranno circolare contromano, ma solo lungo la cosiddetta corsia ciclabile per doppio senso ciclabile, che potrà essere realizzata sulle strade con limite di velocità pari a 30 km/h o su quelle che fanno parte di una Ztl.

Debutta la strada urbana ciclabile.
Nell’articolo del Codice dedicato alla definizione e alla classificazione delle strade c’è una new entry: la strada urbana ciclabile così definita: “strada urbana a unica carreggiata, con banchine pavimentate e marciapiedi, con limite di velocità non superiore a 30 km/h, definita da apposita segnaletica verticale e orizzontale, con priorità per i velocipedi”.

Precedenza alle biciclette.
Le biciclette che transitano sulle strade urbane ciclabili o che vi si immettono, anche da luogo non soggetto a pubblico passaggio, hanno la precedenza su tutti gli altri veicoli.

Sorpasso di biciclette “a ridottissima velocità”.
Lungo le strade urbane ciclabili, nel caso in cui sia necessario sorpassare una bicicletta, bisognerà rallentare e farlo “a ridottissima velocità qualora le circostanze lo richiedano” e comunque “usare particolari cautele al fine di assicurare una maggiore distanza laterale di sicurezza”.

Bici sulle strade riservate ai bus.
I Comuni potranno consentire la circolazione delle biciclette anche sulle strade riservate ai mezzi del trasporto pubblico, purché non siano presenti binari tranviari a raso e a condizione che la larghezza della strada non sia inferiore a 4,30 metri.

In bicicletta affiancati sulle strade urbane ciclabili.
La norma che impone alle biciclette di circolare su un’unica fila nei casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e comunque mai affiancati in numero superiore a due non si applicherà alle bici che circolano sulle strade urbane ciclabili.

Ulteriori novità nel decreto

Deroghe al divieto di circolazione con targhe estere.
Com’è noto, dalla fine del 2018 le persone residenti in Italia da più di 60 giorni non possono guidare auto con targa estera (tranne il caso in cui il veicolo sia in leasing o in noleggio senza conducente da parte di un’impresa Ue o See senza sede in Italia oppure sia in comodato d’uso per rapporto di lavoro o collaborazione con un’impresa Ue o See).

Una norma tranciante che ha stroncato parecchi abusi, ma che in questi anni ha provocato parecchi problemi. La miniriforma del Codice allarga finalmente le maglie ai casi più eclatanti.
Restano esclusi da questa apertura i veicoli di proprietà di Case automobilistiche estere concessi in comodato a imprese italiane per esigenze di prova dei suddetti veicoli.

Sosta delle auto elettriche.
Alle situazioni in cui la sosta e la fermata sono vietate si aggiungono anche “gli spazi riservati alla fermata e alla sosta dei veicoli elettrici”. Attenzione, però, una volta terminata la carica bisognerà liberare lo stallo.

Istituite le zone scolastiche.
Come previsto, entra nel Codice una nuova zona, la “zona scolastica”, così definita: zona urbana in prossimità della quale si trovano edifici adibiti a uso scolastico, in cui è garantita una particolare protezione dei pedoni e dell’ambiente, delimitata lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e di fine”. Nelle zone scolastiche potranno essere limitate o escluse la circolazione, la sosta o la fermata di tutte o di alcune categorie di veicoli, in orari e con modalità definiti con ordinanza del sindaco.
Collaudi più semplici.
Finora ogni modifica delle caratteristiche dei veicoli comportava la cosiddetta “visita e prova” in una sede provinciale della Motorizzazione civile”. D’ora in poi il Ministero dei Trasporti potrà stabilire, con proprio decreto, le modifiche, anche con riferimento ai veicoli con adattamenti per le persone con disabilità, per le quali la visita e la prova non sono richieste.

Carta di circolazione.
La riforma estende a tutti la possibilità di conservare la vecchia carta di circolazione in occasione del passaggio di proprietà di un’auto, circostanza che comporterebbe la sostituzione della vecchia carta di circolazione con il nuovo documento unico. Sarà dunque possibile chiedere la restituzione, a pagamento, del documento di circolazione originale, sul quale sarà apposto un segno di annullamento.

Tricicli oltre 250 cm3 in autostrada.
Cade il divieto di circolazione in autostrada (e sulle strade extraurbane principali nei quali è previsto) dei tricicli di cilindrata uguale o superiore a 250 cm3 se a motore termico e comunque di potenza non inferiore a 15 kW, destinati al trasporto di persone e con al massimo un passeggero oltre al conducente”.

Almeno una colonnina di ricarica ogni mille abitanti.
Entro sei mesi i comuni dovranno disciplinare l’installazione e la gestione delle infrastrutture di ricarica, stabilendone la localizzazione. I comuni dovranno garantire “un numero adeguato di stalli in funzione della domanda e degli obiettivi di progressivo rinnovo del parco dei veicoli circolanti prevedendo, ove possibile, l’installazione di almeno un punto di ricarica ogni mille abitanti”.

Slitta ancora il documento unico.
In base all’ultimo rinvio, stabilito con la Legge di Bilancio per il 2020, le procedure per l’introduzione del documento unico di circolazione e proprietà, iniziate in forma sperimentale un anno fa, avrebbero dovuto concludersi entro il 31 ottobre 2020. Con il decreto semplificazioni questa data viene posticipata ancora una volta al 31 marzo 2021.

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