A distanza di pochi giorni dall’apertura delle prenotazioni per gli incentivi auto, le disponibilità scarseggiano.
L’obiettivo del Governo, quello di incentivare la rottamazione di vecchie e inquinanti auto Euro 0, 1, 2 e 3, potrebbe saltare, perché senza un nuovo stanziamento di fondi il mercato dell’auto ha all’orizzonte un periodo di crisi nera.
Restano solo i circa 26 milioni di euro per i camion e camioncini a versioni con motore termico e circa 14 milioni di euro per le varianti a 0 emissioni.
Incentivi auto usate: terminati
Auto rottamate, bonus di 2.000 euro sull’acquisto di veicoli usati e il sogno di milioni di italiani di cambiare la propria 4 ruote con un mezzo più moderno, anche i fondi per l’acquisto di un mezzo usato, sono terminati.
Incentivi finiti, persino quelli per l’acquisto di ciclomotori e motocicli a batteria.
Restano unicamente i fondi destinati ai titolari di licenze taxi e NCC, per coloro che intendono cambiare auto e passare a un veicolo di nuova generazione, c’è ancora la possibilità di farlo.
Le prenotazioni, pur se a rilento rispetto alle previsioni, sono già aperte.
Autisti e tassisti potranno scegliere se optare per un’auto con alimentazione ibrida plug-in e con emissioni comprese tra i 21 e i 60 grammi al chilometro, oppure per un’ibrida “leggera” con emissioni di CO2 comprese tra i 61 e i 135 grammi al chilometro.
Gli incentivi auto riguardano anche l’acquisto di un veicolo non inquinante (fino a 8 posti), da utilizzare dai titolari di licenze taxi e NCC per l’esercizio della loro attività.
Da OGGI invece è possibile fare richiesta per usufruire degli incentivi per l’installazione sulla propria auto, di impianti di alimentazione a GPL e Metano.
C’è chi si chiede come sia possibile che gli incentivi siano in così poco tempo terminati.
L’annuncio del Governo e il ritardo nell’approvazione del DPCM hanno fatto si che molte concessionarie e gestori di flotte, avessero già le richieste di incentivi pronti e non aspettassero altro che l’apertura della domanda sul sito del Ministero.
I principali indiziati, dunque, sarebbero non solo le flotte ma anche gli italiani che, quando è conveniente hanno dimostrato che sono propensi al cambiamento.