Il Consiglio direttivo della Banca Centrale europea ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. A comunicarlo la scorsa settimana è stato lo stesso istituto.
Con effetto da domani i tassi di interesse saranno innalzati come di seguito specificato:
– 3,50% sulle operazioni di rifinanziamento principali,
– 3,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale,
– 3% sui depositi presso la banca centrale.
La decisione di procedere all’innalzamento dei 3 tassi di interesse viene motivata dalla Bce come decisa in considerazione del fatto che l’inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato ed in linea con la sua determinazione ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine.
Le tensioni in atto sui mercati sono seguite con attenzione dal Consiglio direttivo che è pronto ad intervenire, ove necessario, per preservare la stabilità dei prezzi e quella finanziaria nell’area dell’euro.
Anche se il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità la BCE dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza, e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria.
Le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti della BCE sono state ultimate agli inizi di marzo, prima delle recenti tensioni emerse nei mercati finanziari.
Tali tensioni comportano pertanto ulteriore incertezza riguardo alle valutazioni dello scenario di base per l’inflazione e la crescita.
Prima di questi ultimi sviluppi, gli esperti della BCE avevano già rivisto al ribasso le proiezioni per l’inflazione complessiva nello scenario di base, soprattutto per effetto del minore contributo delle quotazioni energetiche rispetto alle attese precedenti.
Gli esperti della BCE indicano ora che l’inflazione si collocherebbe in media:
– al 5,3% nel 2023,
– al 2,9% nel 2024
– al 2,1% nel 2025.
Allo stesso tempo, le pressioni di fondo sui prezzi restano intense.
L’inflazione al netto dei beni energetici e alimentari ha continuato ad aumentare a febbraio e gli esperti della BCE si attendono una media del 4,6% nel 2023, livello più elevato di quello anticipato nelle proiezioni di dicembre.