Il Parlamento europeo ha recentemente approvato una nuova direttiva che modifica le norme sull’esposizione all’amianto.
Il documento intende in particolare migliorare la protezione dei lavoratori europei dai rischi per la salute e migliorare la tecnologia per l’individuazione precoce delle fibre di amianto.
Come noto l’amianto è una sostanza cancerogena il cui utilizzo è stato bandito in Europa nel 2025 ma è ancora molto presente in edifici e infrastrutture. Si calcola che oltre 70mila persone all’anno muoiano per gli effetti di questa sostanza.
Ben il 78% dei tumori professionali riconosciuti negli Stati membri dell’UE è legato all’esposizione all’amianto.
La nuova direttiva che attende l’adozione formale del consiglio e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, modifica la precedente direttiva 2009/148, abbassando di 10 volte rispetto al passato i livelli di possibile esposizione professionale all’amianto:
Il limite obbligatorio (OEL) sarà ridotto da 0,1 a 0,01 fibre di amianto per centimetro cubo (cm³), soglia che dovrebbe entrare subito in vigore anche senza un periodo di transizione.
Inoltre i Paesi UE, entro un massimo di 6 anni dall’entrata in vigore della direttiva, dovranno rendere obbligatorio l’utilizzo di tecniche più moderne e sensibili in grado di rilevare anche le fibre, come la microscopia elettronica.
Si potrà abbassare ulteriormente il valore limite a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, oppure a 0,01 fibre di amianto per cm³ incluse le fibre sottili.
La direttiva prevede che, ai fini di una maggiore protezione dei lavoratori, i paesi adottino disposizioni con nuovi requisiti e obblighi per i datori di lavoro come ad esempio:
• dispositivi di protezione individuale e respiratori di nuova generazione;
• pulizia sicura degli indumenti indossati;
• procedura di decontaminazione;
• requisiti di formazione più stringenti per i lavoratori in materia.
Si prevede ad esempio che prima di intraprendere lavori di demolizione, di manutenzione o di ristrutturazione in locali costruiti prima dell’entrata in vigore del divieto nazionale relativo all’amianto, i datori di lavoro debbano informarsi sulla presenza di materiali a potenziale contenuto di amianto.
Si renderanno necessarie verifiche effettuate da un operatore certificato, adeguate al luogo di lavoro e soggette a norme minime di qualità.
L’obbligo per i datori di lavoro di ottenere informazioni non sostituirà comunque l’obbligo di effettuare una valutazione dei rischi a norma della direttiva 89/391/CEE.