Dal 2023 le gare di appalto saranno regolate dal nuovo Codice Appalti e cambieranno le regole dei contratti pubblici.
La relativa legge delega è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la scorsa settimana e, non essendoci indicazioni particolari, entrerà in vigore il 9 luglio. A partire da questa data, iniziano a decorrere i 6 mesi di tempo per l’approvazione del nuovo Codice Appalti, che dovrà quindi avvenire entro il 9 gennaio 2023.
La stesura del nuovo Codice Appalti, in cui il Consiglio di Stato avrà un ruolo fondamentale, dovrà seguire i 31 princìpi definiti dalla delega.
Alcuni contenuti della legge delega
La legge delega sancisce il divieto di prestazioni professionali gratuite, salvo in casi eccezionali e previa motivazione e per semplificare le procedure di aggiudicazione prevede la riduzione dei livelli di progettazione.
Divisione in lotti e agevolazioni per le PMI
Per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese alle gare d’appalto, la Delega prevede criteri premiali per l’aggregazione di impresa e l’obbligo di motivare la decisione di non suddividere gli appalti in lotti.
Caro materiali e revisione dei prezzi
Le Stazioni Appaltanti dovranno obbligatoriamente inserire, nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, un regime obbligatorio di revisione dei prezzi al verificarsi di particolari condizioni di natura oggettiva e non prevedibili al momento della formulazione dell’offerta, compresa la variazione del costo derivante dal rinnovo dei contratti collettivi.
CAM e sostenibilità
Il nuovo Codice dovrà garantire l’aumento del grado di ecosostenibilità degli investimenti pubblici. Saranno quindi definiti nuovi criteri ambientali minimi, differenziati per tipologie ed importi di appalto. Per l’applicazione dei nuovi decreti in materia di CAM, verrà previsto un periodo transitorio.
Modifiche alle Stazioni Appaltanti
La delega prevede la riduzione e la riorganizzazione delle Stazioni Appaltanti. L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha messo a punto delle linee guida per la riqualificazione delle Stazioni Appaltanti e delle centrali di committenza. Tra gli obiettivi c’è la riduzione delle Stazioni Appaltanti, che sono 36.000, con 100.000 centri di costo.