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OPERAZIONI NON AUTORIZZATE SU POSTEPAY: COME DIFENDERSI

13 Ott 2021

L’allarme è scattato verso la metà del 2021. Molti titolari della carta di pagamento Postepay si sono trovati il proprio conto prosciugato a colpi di piccole operazioni di circa 4,20 euro più 5 centesimi di commissioni per operazioni non fatte o richieste da loro. Praticamente chi è stato coinvolto parla di diversi addebiti tra i 4,20 e i 4,40 euro (ce n’è anche qualcuno che supera i 7 euro) effettuati a nome di Google Play. Eppure, giurano i malcapitati possessori della carta, non è stato fatto alcun acquisto dallo store della «grande G». Che cosa sta succedendo? E, per chi è titolare di una carta Postepay, come difendersi da operazioni non autorizzate?
Non può essere un caso il fatto che sia partito un attacco massiccio proprio ai titolari di questo tipo di carta di pagamento e utilizzando lo stesso metodo, cioè presunti acquisti tramite Google Play, quasi sempre per la stessa cifra ripetendo l’operazione più volte fino a svuotare il conto. A questo punto, la prima cosa da sapere è come difendersi da operazioni non autorizzate e che cosa si può chiedere a Poste Italiane.

Postepay: la querela alle forze dell’ordine
Come per qualsiasi atto illecito che si subisce su una carta di credito, di debito o prepagata, quando si scoprono delle operazioni non autorizzate sulla Postepay, la prima cosa da fare è bloccare la carta segnalando l’accaduto all’apposito numero verde di Poste Italiane, 800.00.33.22, attivo 24 ore su 24. Da questo momento, non sarà più possibile compiere operazioni con essa. Dopodiché, bisogna andare in una stazione dei Carabinieri o in un commissariato di Polizia per effettuare la relativa querela.
E’ sempre meglio sporgere la querela non solo per avere il rimborso dei soldi spariti dalla propria Postepay (anche se poi Poste Italiane lo riconoscesse comunque) ma anche per segnalare l’abuso e mettere le forze dell’ordine nelle condizioni di indagare e di trovare i responsabili. Verrà aperto, infatti, un fascicolo «contro ignoti», a meno che la vittima della truffa non sia in possesso del nome del colpevole o del conto corrente su cui sono stati accreditati i soldi prelevati senza autorizzazione dalla carta: in questo caso, il procedimento si instaura contro una persona definita o «da individuare».
Agli inquirenti basterà dimostrare che la somma sia transitata sulla carta elettronica dell’imputato e che questi non sappia dare spiegazioni del fatto. Così ha stabilito la Cassazione: «Ai fini della configurabilità del delitto di ricettazione, la mancata giustificazione del possesso di una cosa proveniente da delitto costituisce prova della conoscenza della illecita provenienza».

Postepay: la richiesta a Poste Italiane
Chi ha scoperto delle operazioni non autorizzate sulla propria Postepay deve avviare, dopo aver presentato la querela alle forze dell’ordine, la procedura di cashback, cioè la richiesta a Poste Italiane in qualità di intermediario finanziario di rimborso delle somme indebitamente prelevate dalla carta.
È sempre la Cassazione ad attribuire la responsabilità alla banca per l’accesso abusivo al conto corrente o alla carta prepagata del cliente. L’istituto di credito è infatti tenuto ad adottare tutte le misure necessarie per evitare operazioni non autorizzate e truffe ai danni del correntista.
La responsabilità della banca o, in questo caso, delle Poste viene meno solo nel momento in cui si riesce a dimostrare che il prelievo non autorizzato è avvenuto perché il titolare del conto o della carta non ha custodito correttamente le credenziali di accesso. Altrimenti, il possessore della carta ha il diritto di riavere i soldi trafugati da terzi. A tal fine, bisogna presentare alle Poste la copia della querela e chiedere, con un’apposita diffida – cui allegare l’estratto conto – la restituzione del denaro.
Ancora la Cassazione ha chiarito che se l’utente comunica l’illecito dopo una «protratta attesa», cioè se non lo segnala subito alle Poste, l’onere probatorio in capo alla società è escluso e dovrà essere il cliente a dimostrare che le operazioni contestate non sono state autorizzate dal titolare della carta Postepay.

Postepay: come evitare le truffe?
Ci sono, comunque, alcuni comportamenti con i quali è possibile evitare di rimanere vittima di una truffa Postepay. Ad esempio:
• tenere sempre la carta nel portafogli o, comunque, in un posto protetto: lasciando la tessera in giro, i dati presenti su di essa e il codice sul retro possono essere facilmente utilizzati per effettuare acquisti online;
• Poste italiane non chiede mai informazioni via e-mail: se arriva qualche comunicazione per posta elettronica recante il logo delle Poste, è sicuro che si tratta di una truffa;
• collegarsi al sito Internet delle Poste e attivare la procedura di sicurezza web: così facendo, la Postepay verrà collegata ad un numero di cellulare, di modo che ogni prelievo e operazione effettuata verrà segnalata tempestivamente con un messaggio.

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