Un protocollo d’Intesa recentemente rinnovato tra il Ministero della Cultura (Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) e l’Associazione Archeolog ETS, onlus del Gruppo FS, costituita 2015 dalle società del Polo Infrastrutture RFI, Anas con la controllata Quadrilatero Marche Umbria, e Italferr, proprio per gestire i ritrovamenti archeologici avvenuti nel corso dei lavori su strade e ferrovie e, in sinergia con le Soprintendenze del Ministero della Cultura, contribuire al loro restauro e conservazione prevede di Restaurare, conservare e valorizzare siti e reperti archeologici rinvenuti durante la realizzazione e la manutenzione di opere ferroviarie e stradali.
La collaborazione – spiega il Ministero della Cultura in una nota – testimonia la volontà delle parti di proseguire sulla strada della sinergia tra sviluppo infrastrutturale e tutela del patrimonio culturale trasformando i ritrovamenti archeologici da possibile ostacolo per la realizzazione e la manutenzione delle opere pubbliche a opportunità per la valorizzazione culturale del nostro Paese.
Il percorso intrapreso metterà in dialogo passato, presente e futuro, grazie alla possibilità di intervenire nel modo più rapido ed efficace sui ritrovamenti che le opere ferroviarie e stradali porteranno alla luce. I beni archeologici, in quanto patrimonio comune, dovranno anche essere valorizzati e resi accessibili al pubblico nel modo più adeguato.
Siti e reperti archeologici ritrovati nei cantieri
La collaborazione tra Archeolog e Ministero è volta, quindi, a individuare le iniziative più opportune per migliorare la fruizione di siti e reperti, ad esempio attraverso mostre, forme di mecenatismo e raccolte. È prevista inoltre una pubblicazione che illustrerà in maniera semplice le scoperte più rilevanti, con schede divulgative corredate da testi descrittivi e immagini.