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QUANTO COSTA ADERIRE AL NUOVO CONDONO EDILIZIO

29 Mag 2024

L’approvazione del Decreto Salva Casa 2024 ha portato molti a chiedersi quanto costerà ottenere la sanatoria.
Il costo per regolarizzare le difformità edilizie, come previste dalla norma, varierà da un minimo di 1.000 euro fino a un tetto massimo di 30.984 euro. Questa sanzione è proporzionata all’aumento di valore che l’immobile ha guadagnato a seguito delle modifiche non autorizzate, come l’aggiunta di una stanza o la trasformazione di una veranda in spazio chiuso. È importante sottolineare che le sanzioni coprono solo le irregolarità parziali rispetto ai progetti originari depositati in Comune. Non sono sanabili le costruzioni realizzate senza alcun titolo edilizio.

Cosa cambia con il nuovo decreto per la regolarizzazione degli abusi edilizi?
Il decreto “Salva casa” introduce importanti novità nella gestione degli abusi edilizi, semplificando la procedura per molti casi di difformità. Tradizionalmente, per sanare un’irregolarità, era necessario dimostrare la cosiddetta doppia conformità: l’allineamento dell’opera sia alla normativa urbanistica ed edilizia vigente al momento della sua realizzazione sia a quella al momento della presentazione della domanda di sanatoria. Questo requisito spesso trasformava la regolarizzazione in un percorso complesso e proibitivo, lasciando molti immobili in una sorta di limbo legale.
Le nuove regole mantengono il requisito della doppia conformità solo per i casi di abusi totali, che rimangono di fatto ingiustificabili. Per le difformità parziali, invece, basta che l’opera sia conforme alla normativa urbanistica in vigore al momento della presentazione della domanda o a quella edilizia al momento della realizzazione dell’intervento. Per avviare il processo di sanatoria, sarà necessario presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia) o richiedere un permesso di costruire in sanatoria, pagando una sanzione che può variare da mille a quasi 32mila euro, a seconda dell’incremento di valore dell’immobile derivante dalle modifiche non autorizzate.

Quali sono le condizioni aggiuntive per la regolarizzazione?
L’ufficio edilizia del Comune potrà subordinare l’approvazione della regolarizzazione a interventi aggiuntivi, necessari per garantire il rispetto delle normative igienico-sanitarie, di sicurezza, di efficienza energetica o di eliminazione delle barriere architettoniche. Questo approccio mira ad assicurare che ogni edificio regolarizzato risponda pienamente agli standard attuali, promuovendo così un ambiente urbano più sicuro e accessibile.

Cosa prevede il nuovo piano “Salva Casa” ossia il condono edilizio?
Il piano “Salva Casa”, ossia il nuovo condono edilizio, mira a semplificare significativamente la verifica della legittimità di un immobile, soprattutto in caso di piccole difformità formali.
Di norma, per confermare la legittimità di un immobile, era necessario ricostruire l’intera storia dei titoli edilizi, un processo complesso e prolungato che poteva bloccare i lavori di ristrutturazione per mesi. La novità introdotta dal decreto è che ora basta verificare l’ultimo titolo edilizio rilasciato, facendo affidamento sul lavoro già svolto dagli uffici tecnici comunali. Questo approccio impedisce alle amministrazioni di contestare difformità precedentemente considerate non rilevanti, garantendo ai cittadini maggiore certezza e velocità nelle procedure autorizzative.

Come cambia la gestione delle difformità interne?
Il decreto rivoluziona le regole sulle tolleranze costruttive, ossia quelle piccole differenze rispetto ai progetti approvati che non configurano irregolarità se rientrano entro certe percentuali stabilite. Fino ad ora, le tolleranze costruttive indicate nel Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001) si sono mantenute entro il 2% delle misure indicate nel progetto allegato al titolo abilitativo che ha autorizzato la realizzazione dell’immobile.

Con il decreto Salva Casa, per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, le tolleranze costruttive saranno inversamente proporzionali alla superficie degli immobili:
– 2% per le unità immobiliari con superficie utile superiore ai 500 mq;
– 3% per le unità immobiliari con superficie utile tra i 300 e i 500 mq;
– 4% per le unità immobiliari con superficie utile tra i 100 e i 300 mq;
– 5% per le unità immobiliari con superficie utile inferiore ai 100 mq.

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