27 Gen 2021
È online la nuova edizione del report di monitoraggio trimestrale dedicato ai trend demografici e alle performance economiche delle start-up innovative. Il rapporto, che presenta dati aggiornati al 1° gennaio 2021, è frutto della collaborazione tra MISE (DG per la Politica Industriale) e InfoCamere, con il supporto del sistema delle Camere di Commercio (Unioncamere).
Il rapporto offre una vasta panoramica sul mondo delle start-up, a quasi otto anni dall’introduzione della policy dedicata (d.l. 179/2012), e costituisce uno dei pilastri dell’esteso sistema di monitoraggio curato dal MISE (archivio reportistica).
Tra le principali informazioni contenute nel rapporto:
- Crescita della popolazione: le start-up iscritte si assestano ormai stabilmente sopra quota 10mila. Al 1° gennaio 2021 se ne contano 11.899, il 3,2% di tutte le società di capitali di recente costituzione.
- Forza lavoro: i soci di capitale dell’azienda, rispetto al trimestre precedente, sono lievemente aumentati (+0,5%) attestandosi ad oltre quota 56 mila. Elevata la rappresentazione di imprese fondate da under-35 (il 19,0% del totale), mentre risultano sottorappresentate le imprese femminili: 13,1%, contro un 21,5% registrato nel complesso delle società di capitali.
- Fatturato: le start-up innovative sono soprattutto micro-imprese, vantando un valore della produzione medio di poco superiore a 184,7 mila euro. Ciò è anche dovuto al ricambio costante cui è soggetta questa popolazione: per definizione, le imprese “best-performer”, più consolidate per età e fatturato, tendono progressivamente a perdere lo status di start-up innovativa.
- Investimenti e redditività: come fisiologico, le start-up innovative mostrano un’incidenza più elevata della media di società in perdita (oltre il 52,6% contro il 30,9% complessivo). Tuttavia, le società in utile mostrano valori particolarmente positivi in termini di redditività (ROI, ROE) e valore aggiunto. Inoltre, le start-up innovative presentano un tasso di immobilizzazioni – uno dei principali indicatori della propensione a investire delle aziende – di circa sette volte più elevato rispetto alle altre aziende comparabili.